INTRODUZIONE

Se gli antichi siamo noi perché somma di un passato che è dentro di noi – come dice il professore Guido D’Agostino dell’Università di Napoli – non potevo non intraprendere questo ulteriore viaggio alla ricerca delle radici perdute, dopo i precedenti lavori di tipo antropologico, che hanno scandagliato quella base indistinta che determina i nostri comportamenti attuali attingendo ad antiche cultualità.

Era ora di raccogliere gli sparsi e dispersi documenti per incastonarli tra coordinate più realistiche.

La dimenticanza e l’incuria avevano accumulato negli archivi la polvere sulla quale non si rinviene traccia d’eventi mentre la memoria degli anziani attende il vellicare della parola. Allora come un fanciullo ho cominciato a dissotterrare la moneta fuori corso della storia, con dolce cautela, per indovinarne la testa dei potenti e la croce degli sfruttati.

Dalla macina del tempo sono saltati fuori gli antichi Capi di Regole, che hanno disciplinato la vita della nostra comunità a partire dal secolo XVI.

I secoli d’oro della produzione di queste messi documentarie sono il ‘500 ed il ‘700. Il primo caratterizzato dalla fondamentale e travagliata tappa del riscatto dalla feudalità del 1556, a seguito della quale furono scritti i Capitoli dell’Università, della Bagliva ed immediatamente dopo quelli della Collegiata, mediante la redazione di regole meticolose disciplinanti i rapporti di forze e uso delle risorse locali.

Il secolo dei lumi invece favorirà 1a stagione della razionalizzazione dell’attività di governo e delle sue scritture, e quella della regolamentazione delle confraternite sotto influenza di correnti di pensiero anticlericali.

Ho rinvenuto in questo lavoro di archeo-recupero carte che solo qualche ladro di sigilli aveva visitato. Bestioline sapienti hanno forato i documenti e masticato pensieri, lontano dalla luce.

A volte essi sono stati identificabili. ma spesso illuminanti.

Da questi segni frammenti d’epoche ritornano come un singulto e ripropongono atmosfere sopite, a noi sospesi in un tremore per la vita irrimediabilmente trascorsa di una genia di derelitti.

L’abisso di passato che si è spalancato sotto i piedi. dopo un prima vertigine, non poteva continuare a rimanere un chiuso dolore per il poeta clic è pio Persa il passata, (U. Eco).

A chi non è addetto a lavori del genere giunge a consolazione il motto delle Annales, secondo il quale la Storia con la lettera maiuscola o è storia locale o non è.

Vi invito quindi in una casa non mia, fatta di strade e di paesi scomparsi, perché insieme possiamo scorrere le suggestioni dei relitti che ornano la coscienza a nostra insaputa.

L’indagine ha scandagliato le origini delle Capitolazioni emanate dalle istituzioni civili e religiose di Somma; ha riportato la nascita di qualche privilegio.

Pertanto quelle che per diversi motivi non hanno, o per le quali non ho rinvenuto Statuti, non sono comprese nel presente lavoro.

Ringrazio il parroco della Collegiata don Pasquale Carbone e Raffaele Rianna, Alberto Angrisani e Gìanfranca Del Giudice. Aurelio Cerciello, Rino Rossi, Alessandro Masulli, Domenico Russo, gli eredi di Antonio Secondulfo e i due Raffaele D’Avino, che mi hanno aperto le stanze della memoria o le loro conoscenze specifiche, come pure ha fatto il professor Enrico Di Lorenzo per il latino del testo.