Il territorio di Somma Vesuviana può essere identificato come una “nicchia antropologica”, in quanto in un contesto pressoché urbanizzato si incontrano schegge di comportamenti magici e di antiche tradizioni, che affondano le loro radici in culti pagani.
Circa i comportamenti più rilevanti appaiono quelli della Settimana Santa:
I Sepolcri del Giovedì Santo in tutte le chiese che seguono i rituali dei Giardini di Adone.
Il poggiare i neonati con i piedi per terra il Sabato Santo per farli crescere e prendere vigore, cioè prendere dalla terra in germinazione la vita/anima, rituale di origine romana.
Alla fine della vita corrisponde la richiesta del morente ai parenti di essere messo con i piedi nudi per terra per restituire l’anima ricevuta nel giorno della Resurrezione del Cristo/vegetazione.
Il bastonare gli alberi, specie i limoni, per farli fruttificare.
La divinazione del futuro negli ultimi dodici giorni di Natale o con i rituali dell’acqua alla vigilia di San Giovanni, il 23 giugno.
Un elenco lunghissimo di prescrizioni per agevolare il parto sotto la protezione della rosa secca di Sant’Anna, che schiude di nuovo insieme al neonato che sorge alla vita.
Le numerose attenzioni che bisogna fare alla levatrice per evitare che il pupo si ammali.
I forti poteri riconosciuti alla mammana che domina le forze vitali della natura ed è intesa come Signora degli animali.
La sorveglianza dell’acqua santa durante le nozze per evitare l’impotenza a consumare il matrimonio.
Tutte le legature magiche per far innamorare (una misteriosa polverina nelle scarpe) ed i rafforzativi comportamenti innanzi alla statua (la carta che si “friccica”) ed al fuoco di Sant’Antonio Abate (salti attraverso le fiamme).
L’intrecciatura dei crini dei cavalli che servono alle maghe per galoppare di notte; la messinscena per catturarle.
La fascinazione a morte o a malattia con meticolosi rituali magici delle fattucchiere.
I rituali e le pratiche che consentono con gli stessi operatori magici di sciogliere ciò che è stato legato.
La presenza ad ogni angolo del paese di spiriti o monacelli, una sorta di “genius loci”, spirito del luogo.
La consistente messe di rimedi magici contro le malattie: per l’ernia con attraversamento di un querciolo diviso a metà; con l’urina contro l’itterizia; con l’acqua e l’olio contro il malocchio, la cefalea e la paura; col grano contro le “nasirchielle”; con l’aglio contro i vermi; con l’agrostide per procurare un emorragia.
Il corposo rituale dei morti/semi che da novembre al Carnevale, come maschere/fantasmi, si scatenano per scuotere la terra dal rigore invernale.
Il grazioso corteo delle maschere ( “‘e carnevalette”) dei mesi a cavallo che rappresentano la fine della vegetazione e la sua rinascita. Essi, come per la bastonatura degli alberi, fustigano gli spettatori con il “ramaglietto” per indurre la fertilità e la fecondità.
In analoga funzione viene offerta la pertica, intarsiata ed ornata di frutta e fiori, alla Madonna di Castello il sabato dopo Pasqua, durante un lungo rituale di incremento del raccolto, che finisce il 3 maggio o della Croce.
In tutte le manifestazioni di esorcizzazione del male/malattia/morte sono sempre presenti grandi focaroni.
Angelo Di Mauro