INTRODUZIONE

Angelo Di Mauro anche in questo nuovo ed incalzante lavoro coniuga la passione politica alle suggestioni della memoria collettiva restituendo nella sua integrità la genesi di un popolo e di una mentalità stratificata da più influenze.
I molti campanili di questa terra illusa e viziata da omologate e pigre conquiste, indotta alla connivenza per sopravvivere, si radicano in un humus fertile di compromessi e, più a fondo, in un magma che si fa cocciuto nel blu del basalto delle impotenze.
L’autore si avventura negli itinerari del tempo illuminando di brevi e lievi bagliori il concerto muto e maestoso della Storia.
Ogni frammento, ogni palpito trova nel lungo scritto pari dignità di esistenza nella sterpaglia delle ingiustizie passate, dove carne e cielo gemono sterili ed inespressi.
Egli si inoltra nell’Eden dell’immodificabile, dove il quotidiano si fa più grande della Storia.
In questo viaggio la sua pietà gli è nemica, mentre egli si fa piazza o libro.
Con parole silenziose egli celebra l’anima segreta delle cose facendosi arbitro grazioso ed insolente del loro destino. Il suo periodare, come sempre, illude l’aria di bianche pennellate di voli, come di colomba che ha bevuto la cicuta della conoscenza.
Egli non lascia che una sola delle sue suggestioni vada sprecata. Le paglie soleggiate, i sudori impastati di terra, le pelli rugose degli uomini e delle “tammorre”, gli umori e gli effluvi di claustrali monasteri, gli odori densi di moccoli nelle penombre delle chiese, la boria incipriata di nobili in processione, in furia affabulatrice si offrono come primizia al mercato mattutino dell’oggi, dove giungono con richiamo pettegolo e accattivante.