INTRODUZIONE
Molti anni fa un tale – aveva già il viso cancellato dal tempo – girava per il paese portando casa per casa dei fascicoli settimanali di un feuilleton russo: “Sonìa”.
Quando non fu più possibile chiudere i cassetti per straripamento, i. fascicoli cominciarono a crescere negli angoli dei. muri di stanzoni visitati dalla umidità.
A volte le primo pagina portavano venature di stampa in rilievo, che ricordavano al tatto corrugamenti della crosta terrestre.
Ricordo quella volta in cui esse coincisero con le fame di una bellezza barocca, volata, che si portava l’avambraccio alla fronte in atteggiamento fatale. Nessuno lesse mai pacco di legacci di ruvido spago, e ben presto finì in cantina.
Fiumi di parole da allora sono corse giù per gli occhi, ma. questo primo ammasso di romanzo non letto si strascica nel ricordo, tenace.
Era stato un libro a gocce e m’aveva inumidito i polpastrelli.
L’ idea, nata da questo ricordo, tende alla. pubblicazione di dieci fascicoli di produzione poetica, da raccogliere in volume, riferiti a temi diversi.
I primi tre fascicoli gialli cantano la storia di una chitarra, una poesia e una ragazza.
I tre fascicoli gialli cantano l’amicizia.
Quelli azzurri la creatività allo specchio.
Gli ultimi filano su canoni esistenziali.